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mercoledì 21 novembre 2012

Per bottino la vita


http://www.retronaut.com/2012/11/contortionist/

non quelli dentro il bunker,
non quelli con le scorte alimentari, nessuno di città,
si salveranno indios, balti, masai,
beduini protetti dal vento, mongoli su cavalli,
e poi uno di napoli nascosto nel vesuvio,
e un ebreo avvolto in uno sciame di parole,
per tradizione illesi dentro fornaci ardenti.
si salveranno più donne che uomini,
più pesci che mammiferi,
sparirà il rock and roll, resteranno le preghiere,
scomparirà il denaro, torneranno le conchiglie.
l’umanità sarà poca, meticcia, zingara
e andrà a piedi. avrà per bottino la vita,
la più grande ricchezza da trasmettere ai figli

(E. De Luca)

martedì 20 novembre 2012

Desco.

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Il pavimento splende; mani, tazze pulite.
Uno ci pone in capo le ghirlande,
un altro tende fiale di balsamo. Il cratere
troneggia pieno di serenità.
Altro vino promette di non tradirci mai;
è in serbo nei boccali, sa di fiore.
Ha ciascuno il suo pane biondo; la salda mensa
è carica di cacio e miele denso.
La casa è avvolta di festa e di musica.

(Senofane di Colofone VI sec. a.C.)

martedì 13 novembre 2012

A capo. Punto.


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"una donna deve avere denaro, cibo adeguato e una stanza tutta per sé se vuole scrivere romanzi".
(Virginia Woolf)


Bisogno di scrivere perchè le parole non possono restare nel sangue o galleggiare nelle ossa e basta. Bisogno di farle diventare Africa, filosofia sulla pagina, un'avventura per mare, gli uomini e le donne di una canzone, un gatto davanti al fuoco. Una risata. Un pianto, un osso di seppia. 

domenica 11 novembre 2012

Friducha

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"un genio è meglio di un principe azzurro"
 (F. Khalo alle amiche che le sconsigliavano di innamorarsi di Diego Rivera).

venerdì 2 novembre 2012

Preghiera.

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Anima mia, fa' in fretta.
Ti presto la bicicletta,
ma corri. E con la gente
(ti prego, sii prudente)
non ti fermare a parlare
smettendo di pedalare.


Arriverai a Livorno,
vedrai, prima di giorno.
Non ci sarà nessuno
ancora, ma uno
per uno guarda chi esce
da ogni portone, e aspetta
(mentre odora di pesce
e di notte il selciato)
la figura netta,
nel buio, volta al mercato.

Io so che non potrà tardare
oltre quel primo albeggiare.
Pedala, vola. E bada
(un nulla potrebbe bastare)
di non lasciarti sviare
da un'altra, sulla stessa strada.

Livorno, come aggiorna,
col vento una torma
popola di ragazze
aperte come le sue piazze.

Ragazze grandi e vive
ma, attenta!, così sensitive
di reni (ragazze che hanno,
si dice, una dolcezza
tale nel petto, e tale
energia nella stretta)
che, se dovessi arrivare
col bianco vento che fanno,
so bene che andrebbe a finire
che ti lasceresti rapire.

Mia anima, non aspettare,
no, il loro apparire.
Faresti così fallire
con dolore il mio piano,
ed io un'altra volta Annina,
di tutte la più mattutina,
vedrei anche a te sfuggita,
ahimè, come già la vita.

Ricòrdati perché ti mando;
altro non ti raccomando.
Ricordati che ti dovrà apparire
prima di giorno, e spia
(giacché, non so più come,
ho scordato il portone)
da un capo all'altra la via,
da Cors'Amedeo al Cisternone.

Porterà uno scialletto
nero, e una gonna verde.
Terrà stretto sul petto
il borsellino, e d'erbe
già sapendo e di mare
rinfrescato il mattino,
non ti potrai sbagliare
vedendola attraversare.

Seguila prudentemente,
allora, e con la mente
all'erta. E, circospetta,
buttata la sigaretta,
accòstati a lei soltanto,
anima, quando il mio pianto
sentirai che di piombo
è diventato in fondo
al mio cuore lontano.

Anche se io, così vecchio,
non potrò darti mano,
tu mórmorale all'orecchio
(più lieve del mio sospiro,
messole un braccio in giro
alla vita) in un soffio
ciò ch'io e il mio rimorso,
pur parlassimo piano,
non le potremmo mai dire
senza vederla arrossire.

Dille chi ti ha mandato:
suo figlio, il suo fidanzato.
D'altro non ti richiedo.
Poi va' pure in congedo.
(Giorgio Caproni)


mercoledì 7 dicembre 2011

Baci

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«Che bacio era? pensa l’uomo. Ci sono baci che legano, pensa, e baci che subito, chiariscono, spiegano, separano. Nel momento che segue il primo bacio, coloro che hanno compiuto quest’atto - compiuto?... un vero bacio, semmai, accade - sanno già se quel contatto ha creato un legame, oppure ha stabilito una divisione? E i baci facili che aleggiano nel ripostiglio della memoria, come i festoni colorati di un ballo... forse anche questo era uno di quei baci facili che talvolta l’animo sparge su di noi come una mano divina all’alba sparge coriandoli sulle coppie che ballano il valzer».

Sandor Marai, “Il gabbiano


giovedì 1 dicembre 2011

domenica 27 novembre 2011

A confronto

Continuo con un pò di prestigiose traduzioni del celebre Odi&Amo di Catullo: 



Odio e amo.
Come sia non so dire.
Ma tu mi vedi qui crocifisso
al mio odio e al mio amore.
(Guido Ceronetti)

Odio e amo:
fusse che chiedi:
perché lo faccio?
Nunn’o saccio
ma lo faccio
e mme sient’ nu straccio.
(Stefano Benni)

sabato 26 novembre 2011

Citazioni serali

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” Dunque, pare che alle anime viventi possano toccare due sorti: c’è chi nasce ape, e chi nasce rosa. Che fa lo sciame delle api, con la sua regina? Va, e ruba a tutte le rose un poco di miele, per portarselo nell’arnia, nelle sue stanzette. E la rosa? La rosa l’ha in se stessa, il proprio miele: miele di rose, il più adorato, il più prezioso! La cosa più dolce che innamora essa l’ha già in se stessa: non le serve cercarla altrove. Ma qualche volta sospirano di solitudine, questi esseri divini! Le rose ignoranti non capiscono i propri misteri.
E tu, Wilhelm? Secondo me, tu, Wilhelm mio, sei nato col destino più dolce e col destino più amaro: tu sei l’ape e sei la rosa. “

[E. Morante, L’isola di Arturo]

giovedì 24 novembre 2011

Girasoli


"E se un giorno uscirai di qui, vai da Van Gogh e digli: eccoti i soldi per una scatola di colori e una bottiglia di buon vino, sìì felice oggi, non dipingere i Girasoli, i mercanti avranno un argomento in meno, nel museo ci sarà un vuoto nella parete e i miliardari non faranno l'asta per aggiudicarselo. Ma esisterà quel giorno di felicità, il vino e i colori. Il giorno splendido in cui il capolavoro non fu dipinto e il pittore fu felice."

(S. Benni, La traccia dell'Angelo)

mercoledì 23 novembre 2011

Pazzia


«Perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh! ».

Jack Kerouac, “Sulla strada”

sabato 19 novembre 2011

Stolen from



"soffrirò, morirò, ma intanto, sole vento vino trallallà"(Miša Sapego)

...come muta

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A uno dei suoi discepoli che stava per morire Bassui scrisse la seguente lettera:

«L’essenza della tua mente non è nata, perciò non morirà mai. Non è un’esistenza, che è peritura. Non è un vuoto, che è pura vacuità. Non ha né colore né forma. Non gode piaceri e non soffre dolori.

«So che sei molto malato. Da bravo studente di Zen, stai affrontando questa malattia con coraggio. Puoi non sapere esattamente chi è che soffre, ma domandati: Che cosa è l’essenza di questa mente? Pensa soltanto a questo. Non avrai bisogno di altro. Non desiderare niente. La tua fine che è senza fine è come un fiocco di neve che si dissolva nell’aria pura».

(101 storie zen)

E' tabù in questo mio blog. Nel senso che mi ero tacitamente ripromessa di non farcela entrare, ma in questi giorni la brutta signora e il suo cagnaccio hanno fatto capolino per due volte di seguito. La prima, proprio ieri, quando sono stata alla presentazione dell'ultimo libro di Stefano Benni nel Salone dei 500 e, dopo avercene dato un assaggio leggendoci il primo capitolo, proprio lui ha, come dire, sfiorato il tema del cagnaccio, il dolore e, indirettamente, della signora che lo tiene al guinzaglio, la mor....(Non ce la faccio proprio a scriverla per intero, non tanto per scaramanzia, ma perchè mi sembrerebbe di veder comparire una crepa anche qui). Insomma, oggi invece ho parlato con chi recentemente ha avuto a che fare con quella signora che crede di potersi riprendere tutto così facendosene una manciata; ora di questo, ora di quello, come al supermercato: ora mi riprendo la nonna, ora il gatto, ora un mazzo di fiori, poi quella farfallina dopo solo un giorno da quando era un bruco ignorante. E giù nel carrello che si riempie. Ecco. Ho visto e dialogato con il dolore, quel dolore allo stadio avanzato in cui le lacrime si sono ormai seccate e rimane soltanto un senso di rassegnazione sgomenta di ehnonc'ènientedafareèlavita. E l'asse ereditario comprende un misto di malinconia, vuoto, debiti, conversazioni telefoniche con le Pompe funebri e fastido di dover gestire gli affari della vita quando, si avrebbe voglia soltanto di sospendere il suo inarrestabile trantran. Così tutte le volte resto muta di fronte al cordoglio dettato per telegramma ad una voce di donna dall'altra parte che raccoglie e non sa niente, al dover decidere una fotografia, il tipo di cornice, ad un cellulare con un numero che non suonerà più. Resto muta e incredula di fronte a quel che resta, alle briciole dei ricordi, agli avanzi della festa, ai vestiti che vivono ancora nell'armadio con quei profumi e le pieghe che non vanno via. Sopravvivenza, così ricomincia la storia.


Solletico centrifugo


Perchè a volte ci vuole il CORAGGIO di essere davvero FELICI, di raccogliere un momento ordinario e trasformarlo in epico. Ci vuol coraggio a ridere di gusto di fronte a questa vita, ci vuole forza per scartare il negativo e portar dentro solo il meglio, conservare solo l’essenza della gioia. [...]
E quel coraggio ce l’abbiamo dentro, è tutta una questione di SCELTA!

(A. Vanlight)

Ecco, guardate questa foto. Non è la sintesi della vita, catturata in una frazione di secondo, nel breve cilck della macchina fotografica? Si ride e si grida insieme. Delle volte si piange anche, ma in fin dei conti, si riesce anche a piangere dal ridere. Ed è il suo bello, chè in fondo ad ogni lacrima, ci sia sempre spazio per una risata, un moto di pura follia. Guardate la signora a sinistra, il ciuffo di capelli scomposto sulla fronte: c'è tutta la ribellione del mondo in quel ciuffo di capelli, che prende il volo contro ogni fissità, contro l'ordine imposto dalle regole, dai cappelli e dal filo bianco di perle. Anche le gonne perdono peso e si gonfiano di libertà e contentezza. La felicità è così, senza forma e senza freni. E come sono diverse quelle risate l'una dall'altra? ma tutte profondamente vivide e tutte ugualmente intense: sembra di sentirne il tintinnio. Tutto è in bianco e nero, ma quelle risate sono a colori e brillano, perchè c'è l'anima che respira su quelle bocche, il cuore salito in gola. E'il corpo che si arrende al suo primo verbo. Vivere abbandonato al puro e semplice vivere. Senza un briciolo di pudore.


venerdì 18 novembre 2011

Elogio dei piedi di Erri (immenso) De Luca

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Perché reggono l'intero peso.

Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.

Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.

Perché portano via.

Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.

Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.

Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.

Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.

Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.

Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin.

Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.

Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.

Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.

Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella.

Perché non sanno accusare e non impugnano armi.

Perché sono stati crocefissi.

Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l'appoggio.

Perché, come le capre, amano il sale.

Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.

Autorevoli citazioni


L’asino, dicono in Marocco, ha il muso bianco perché ha visto il paradiso: aprì la porta e vi mise il muso dentro, ma, trovandolo noioso, l’ha ritratta, preferendo la terra. dove tornò.

(Massimo Rocchi)


giovedì 17 novembre 2011

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'Qual vita mai, quale dolcezza senza l'aurea Afrodite?
Ben venga la morte, quando non avrò più in pregio
l'amore, segreto e i doni soavi del letto,
fiori di giovinezza agli uomini grati e alle donne.
Quando dolorosa giunge vecchiaia
l'uomo brutto diventa e fastidioso.
Sempre tristi pensieri gli consuman la mente
né più lo allegrano i raggi del sole,
e uggioso ai fanciulli e negletto è dalle donne...
tanto penosa i Numi vollero la vecchiaia.'
(MIMNERMO)

***

(nella foto Pablo Neruda ed il 2012)

Mi stringo nelle ossa
ripensando a quando questa pelle
mi teneva caldo
come un maglione
di lana grossa.....

Massime

Chupa%20Chups%20Lollipops

"Ci sono più leccac**i che c**i da leccare"

Magie

Spero soltanto che non ci dimentichiamo di una cosa - che era tutto cominciato da un topo.
Walt Disney (Walter Elias Disney)

Fantazein

painstars
Sancho ascoltami, ti prego, sono stato anch´io un realista,
ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista,
l´apparenza delle cose come vedi non m´inganna,
preferisco le sorprese di quest´anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
(Don Quichotte de la Manche)