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domenica 11 novembre 2012

sabato 23 giugno 2012

Quintessenza


Sacra notte d'estate 
assolata
di lucciole
in cielo una luna dolciastra
come una pesca disfatta
battezza la terra
di un'antica grandezza
pregando i grilli
di cantare per sempre



domenica 20 novembre 2011

Candy land



Generosa la natura
cieli di zucchero
e tutte le stelle
gratis

Luci di strada



Continuo con il menù di parole magiche...

"Abbiamo bisogno di grandi progetti, di grandi visioni e di stimolare la fantasia della gente. Dobbiamo tornare ad avere fame di avventura e di scoperte. Dobbiamo ricominciare a guardare in direzione delle stelle" si raccomdanda mentre ci alziamo "perchè significa alzare la testa, avere la vista lunga e immaginare altri mondi".

(Prof. Giovanni Bignami in Cosa tiene accese le stelle di Mario Calabresi)


"Le stelle si sono accese per guidare il cammino degli uomini, la loro fantasia, i loro sogni, per insegnarci a non tenere la testa bassa, nemmeno quando è buio"
(Mario Calabresi)

Sparkling

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Quelle stelle che nel Nord, nelle notti chiare, sono lacrime ghiacciate tra miliardi di altre, la via lattea di gennaio come caramelle d'argento, veli di gelo nell'immobilità, che lampeggiano, pulsando al ritmo lento del tempo e del sangue dell'universo.
(J. Kerouack)

A volte avverto la necessità di rifugiarmi in spazi grandi. E mi accorgo che ho bisogno di loro. Le stelle. Non per romanticismo, ma direi più per egoismo, esigenza di un dolce 'me con me'. Le stelle hanno un potere grande, curativo: fanno capire chi sei, almeno per un pò, perchè poi loro restano lassù, lontane dal NonnoTempo, poichè la saggezza sta in alto. E quando alzo la testa e le vedo: magia. Confortano e parlano: dal mistero del cielo ai misteri di quaggiù. Le cose intorno riprendono la giusta dimensione e tornano al loro posto, in armonia. Sì perchè le cose in basso spesso hanno il vizio di confondersi, sgualcirsi, prendere una forma cattiva, mentre le stelle sono sempre esattamente al loro posto, formando disegni bellissimi. Reti da pesca del cielo, che catturano i nostri desideri, ricche ed eterne. Spero che stasera mettano a fuoco i miei pensieri, religiosamente. Ecco avrei bisogno di parlare con loro, le mie antiche sacerdotesse, silenziose e perfette. Solo loro sanno farlo. Solo loro sanno consigliare le cose buone, e nel farlo brillano di più. Fateci caso.




sabato 19 novembre 2011

Racconto terrestre o notte di S. Lorenzo vista dalle stelle


« Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere. »
(Stendhal - Henri-Marie Beyle)

Il mondo è la pista da ballo del cielo e le stelle cadenti non sono proprio cadenti, è che svengono nell'accorgersi quanta bellezza è quaggiù, e non solo tra di loro negli spazi sconfinati, come invece pensano superbe.
Così la notte di San Lorenzo, è la notte in cui si registra il maggior svenimento astrale, perchè le stelle vedono la terra nel suo massimo splendore. Allora, ogni forma di vita perde rigidità, diventando rotonda e piena di  nettare. Il calore si mischia all'ossigeno dell'aria carezzandola finchè questa si addormenta come dopo un'anestesia di piacere e d'abbandono. Lo zefiro scende a vegliare timido su di lei, cullata da una dolce ninna nanna. E questo calore si diffonde sui sensi, facendo innamorare i frutti della terra, quelli che crescono sopra e sotto gli alberi, fino a farli struggere di emozioni, sfacciate fino al nocciolo e laggiù fino in fondo all'anima. Mentre i colori si spalmano su ogni angolo, su ogni curva e insenatura: i prati del Nord diventano giada trasparente, quarzo le sabbie coralline e rubino i cuori, come quelli degli eroi antichi e dimenticati. Il sole è un grosso pezzo d'ambra che suda nel cielo e e cola e fa piovere oro sulle ciglia delle sirene, sui capelli delle donne per far perdere l'aureola ai santi e l'dentità agli angeli. Ogni ombra è mandata in esilio sulla luna. E la luce dell'estate fa brillare terra e mare più del cielo. Così, le stelle, tutte piene di quella visione divina, dopo quella grande abbuffata di cose sublimi, cominciano a tremare e ad avere le vertigini come in preda alla sindrome di Stendhal. E le più delicate, le più sensibili, poi, perdono i sensi e precipitano giù. Alcune fino in fondo al mare.

giovedì 17 novembre 2011