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lunedì 5 novembre 2012

Cicli storici e colpi di tosse.

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pic from trovato il http://m.facebook.com/?_rdr  più da m.facebook.com



"..di ciò che non torna più, è l'odore che mi 


torna.." 

(Roland Barthes)


Oggi ...niente di particolare: come piace a me. Di ritorno da una piccola commissione, incrocio all'uscita di una scuola elementare un padre con il proprio figlio (se non era uno gnomo, doveva essere il figlio) che tossiva come un pelicosauro:
"senti che tosse che c'hai. Stasera si riprende lo sciroppo."
Dio, che dolcezza che ho provato, che voglia di tornare piccina,piccina,  in mezzo alle cure dei miei. Un colpo di tosse e mi vedo grande. Irreversibilmente grande.

domenica 28 ottobre 2012

Caro....



Certe ricette non sono ricette
sono l'unione naturale
di verità saporite.

Strano come certe cose si attraggano, ne portino dietro altre. Certe parole, poi, si mescolano, si rimescolano, come gli ingredienti di una ricetta, come due onde che si accavallano, si rincorrono, e l'intreccio travolge anche l'essenza di quelle parole, tira fuori il muscolo che sta dentro la conchiglia. Pochi giorni fa una persona cara ha tirato fuori dalla scatola dei ricordi, un'immagine cara.  Semplice, umile ricordo bellissimo. Parlava di quando una zia era solita  preparargli per merenda il pane con l'olio. Semplice, umile sapore buonissimo. Quelli più semplici, poi, sono quelli che non si dimenticano. Ho ripensato immediatamente alle merende a casa dei nonni e della zia.  Il tavolo di legno di ciliegio, la tv accesa sulla RAI, odore di stoffe di fili arruffati, e il pane, olio e sale. Certe volte sfilavano sul tavolo le varianti: pane, burro e sale, pane, burro e zucchero, pane olio e pomodoro. Ci ungevamo sempre le mani e la merenda finiva con noi nipoti a leccarci la punta delle dita e a fare cerchi sul piatto per cancellare le tracce dell'olio buonissimo.
Nonno. Nonna. Zia. 
Caro.
Cara.
Cara.
Cari.
I miei talismani. Le vostre carezze.

venerdì 15 giugno 2012

Mi rifletto nella panzanella


« E che ce vo’
pe’ fa’ la Panzanella?

Nun è ch’er condimento sia un segreto,
oppure è stabbilito da un decreto,
però la qualità dev’esse quella.

In primise: acqua fresca de cannella,
in secondise: ojo d’uliveto,
e come terzo: quer di-vino aceto
che fa’ venì la febbre magnarella.

Pagnotta paesana un po’ intostata,
cotta all’antica,co’ la crosta scura,
bagnata fino a che nun s’è ammollata.

In più, per un boccone da signori,
abbasta rifinì la svojatura
co’ basilico, pepe e pommidori. »
(Aldo Fabrizi)

D'estate le tavole toscane sfoggiano piatti giganteschi di panzanella. E' una pietanza povera fatta di pochi ingredienti: pane molle, pomodoro, cipolla, basilico, il tutto condito con olio, aceto e sale. Poi, ce ne sono alcune varianti, anche più ricche. Io l'adoro perchè l'associo alla mia infanzia, alla mia e-state fa! ricordo che durante le vacanze estive, quando tornavo a casa la sera, dopo aver passato il pomeriggio a giocare con mio cugino e mia sorella in giardino, speravo sempre che mia mamma avesse preparato una panzanella fresca e saporita. I colori delle mie giornate spensierate finivano lì, nel piatto....ed ero semplicemente felice!Bastava così poco. Ancora una volta mi accorgo che la felicità risiede proprio in poche, semplicissime cose, basta avere le papille gustative -anche sul cuore- per assaporarle.

venerdì 8 giugno 2012

Memorie sotto vetro.



Tutti abbiamo una teca della nostalgia: il sapore delle ciliegie sul primo scaffale in basso, la prima conchiglia trovata sulla spiaggia dietro la tazza bianca e blu della gita al mare sul secondo, il cassetto dei fili della nonna insieme ad un tramonto arancione liquefatto nello stomaco. Capita, ogni tanto,  di tuffarci la testa  fino a sentir pungere le narici per l'odore del legno e per quel tanto che non ritorna e che è sempre troppo. Un vento magico e caro arriva fino alla radice dei capelli proprio come una carezza dal cielo. E finisce lì tutto il succo del tempo, quello sacro, quello più antico. Un respiro lontano sotto vetro come un dolce souvenir .

giovedì 17 novembre 2011

Domande al vento

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Annodo trecce
di bambina
per pagare
il riscatto di
giochi rapiti

da un vento
di tramontana
che soffia
sulle candeline

e fa scappare
bambole
e cavalieri sui
loro cavalli a dondolo

Non riavrò più
i capelli tagliati
dalle falci di luna?