
La nostra storia in una fototessera. E' così. Dopo l'ennesima foto scattata ieri (stavolta, con l'avvento tecnologico, con fotocamera digitale), ho pensato a quante fototesserine mi hanno raccontato in questi anni. In una delle prime, sono con una bella faccia rotonda come una mela, vestita di giallo e arancione, incollata sul passaporto di mia mamma, destinazione molto confortante e discreta. Poi è arrivata la tessera per l'iscrizione a danza - faccia molto sorridente e soddisfatta, poi la tessera per il nuoto-con capelli tirati e raccolti in una coda, poi ecco il turno della tessera per la palestra (da lì ho cominciato a stare attenta al trucco per evitare una faccia da ectoplasma), poi ecco la tessera per il libretto universitario-faccia pienissima di speranza, un pò da 24 dicembre, poi quella per la specializzazione - espressione già un pò più disincantata, come dopo il dì di festa. Tessera per iscrizione Albo Avvocati, faccia seria, quasi severa. Ora altra tessera, l'ennesima: altro ciclo, altra faccia, altri sogni. Giro la pagina, salgo su un'altra giostra ed ecco che scatta un altro click.