giovedì 24 novembre 2011

Roma e Athene


Ecco, eravamo precisamente così:



Penso alla mia bella Italia, il mio bel Paese, e provo una stretta al cuore. Ma come ti sei ridotta? e come ti sei ridotta te che porti il nome di una divinità, Europa. Dove hai messo la Tua anima? Penso ad Athene e penso a Roma, e a come son conciate, al contrappasso della loro fama e della gloria che le ha rese le colonne della storia.Genitrici sacre della nostra storia. Eppure ne son state riempite di pagine di libri e di trattati prestigiosi. Mi domando cosa ci sia rimasto davvero di loro, se non forse quelle belle parole stampate su carta. Ruderi e ricordi, mito scaduto in fiction o pretesto per una barzelletta sgangherata. Un tempo c'era la polis, c'era la res publica, c'era Fidia e Solone, c'era il De Amicitia e la filosofia, adesso non ci resta che l'indifferenza, travestita da interesse economico (o da Angela Merkel?), per quelle grandi conquiste e verità. Non ne abbiamo fatto buon uso e adesso facciamo i conti con un Paese che, perfino le mutande, ha in rosso e non in segno di buon auspicio come si fa per l'ultimo dell'anno. E senza vergogna, anche. Siamo fatti così. Annaspiamo in questa Europa goffa e fragile, che ci ha traditi tutti, dal primo all'ultimo e aspettiamo in questa 'apocalisse sospesa', come ho letto da qualche parte, sconfitti mentre andiamo alla deriva, guardando con rassegnazione l'orgoglio e la dignità che abbiamo lasciati sulla terra ferma,  all'ombra di una palma e con un cocktail in mano che ci dicono: "au revoir". Ecco, questo faccio, penso alla mia bella Italia, alla mia bella Europa, ma mi infastidiscono i titoli di giornale, l'upgrade ed il downgrade mi fanno venire il mal di mare, e gli alluvionati da Nord a Sud attentano al mio-miocardio. Poi ci si mettono le bustarelle finmeccaniche, le cattedre negate ai medici-eroi, i bisturi smarriti nelle pancie dei pazienti farciti. Forse, però una cura c'è a tutto questo; com'è che si dice? Canta che ti passa.
Cantami o Diva, del Pasokide Papandreou che fatali 'perdite'addusse agli Achei.


E ora siamo così


(Ap/Euler)

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